Il tuo smartphone ti spia: arriva il nuovo test per scoprirlo e proteggere la tua privacy. L’indagine dei ricercatori di NordVPN.
L’idea che il nostro smartphone possa “ascoltarci” non è più relegata alla fantascienza o a vaghe supposizioni. Negli ultimi anni, molti utenti hanno raccontato di aver visto annunci pubblicitari strettamente correlati a conversazioni fatte a voce, senza mai aver cercato quegli argomenti online.
Questo fenomeno ha suscitato preoccupazioni e interrogativi: i nostri dispositivi mobili stanno davvero usando il microfono per raccogliere informazioni personali? I ricercatori di NordVPN hanno provato a rispondere con un semplice esperimento che chiunque può replicare.
Il nuovo test per capire se il tuo smartphone ti spia
Per capire se il tuo smartphone sta effettivamente ascoltando le conversazioni, come riportato da Focus, l’approccio suggerito è sorprendentemente semplice. Basta scegliere un argomento poco familiare e mai ricercato in precedenza.
Per esempio, puoi optare per una destinazione di viaggio insolita o un prodotto di nicchia, e iniziare a parlarne a voce alta vicino al tuo dispositivo. Dopo alcuni giorni, osservando la natura delle pubblicità che compaiono online, potresti scoprire se i tuoi discorsi sono stati utilizzati per personalizzare gli annunci.
Questa metodologia, ripetuta da NordVPN con diversi temi, ha dato risultati sconcertanti. In un caso, un partecipante ha iniziato a parlare di “vacanze in Arabia Saudita“, senza mai effettuare ricerche online.
Nel giro di pochi giorni, ha notato annunci su social e piattaforme come Facebook riguardanti hotel nella zona di Al-‘Ula, nonostante non avesse mai espresso interesse per quella meta.
I pericoli delle autorizzazioni inconsapevoli
Secondo gli esperti di NordVPN, ciò che rende possibile il tracciamento dei dati tramite il microfono è spesso legato alle autorizzazioni che concediamo distrattamente alle app installate.
Molte applicazioni richiedono l’accesso a funzionalità che non sono strettamente necessarie al loro funzionamento. Per esempio, un’app di gioco potrebbe chiedere di accedere al microfono, apparentemente senza motivo.
Questo potrebbe consentire una raccolta continua di dati sonori, trasformandoli in informazioni utili per il targeting pubblicitario. La raccolta di questi dati non sempre avviene in modo trasparente, e accettare autorizzazioni senza riflettere apre la porta a potenziali abusi.
Per proteggere la privacy, è essenziale esaminare attentamente le autorizzazioni di ogni app e limitare l’accesso al microfono solo a quelle che ne hanno effettivamente bisogno.